Svegliarsi con l’ansia è una sensazione che molti conoscono, anche se vorrebbero esserne immuni.
Perché si verifica e come affrontarla?
Spesso chi, al risveglio, appare scostante e svogliato viene additato come pigro e lunatico, ma è probabile che la spiegazione sia diversa: iniziare la giornata “con il piede sbagliato” potrebbe essere un segno di ansia mattutina. Anche il banale mal di pancia prima di andare a scuola o la dissenteria prima di recarsi al lavoro sono sintomi mattutini che possono avere a che fare con l’ansia: scopriamo di più.
Comprendere la causa dell’ansia al risveglio è essenziale per capire se e come intervenire per liberarsene. A volte l’ansia può essere un segno di un disequilibrio tra i ritmi interni e quelli esterni imposti dalla routine quotidiana, mentre altre volte è spia di un malessere psicologico.
Quando è colpa dell’orologio biologico
A volte, l’ansia che assale al risveglio è semplicemente l’espressione di un organismo che non è pronto ad attivarsi e tenta, tramite l’angoscia, di trasmettere questo disagio.
In fondo, si sa che ognuno di noi ha il proprio orologio biologico e che, al di là delle ore di riposo di cui necessita, sarà più o meno avvezzo al risveglio precoce.
Si dice che alcuni di noi siano come i gufi, programmati per star svegli più a lungo possibile nelle ore notturne e per dormire fino a tardi la mattina, mentre altri siano allodole, incapaci di lottare contro il sonno post-cena, ma in grado di svegliarsi alle prime luci dell’alba.
Così come le “allodole” soffrono se non possono crollare alle dieci di sera, i “gufi” subiscono una vera e propria violenza quando la sveglia suona alle sette.
Purtroppo, gli orari di lavoro e scuola non tengono conto del ritmo circadiano personale e, dunque, per molte persone il disallineamento prolungato tra il proprio orologio biologico e il suono della sveglia può sfociare in manifestazioni ansiose al risveglio.
Ansia da prestazione o semplice insoddisfazione?
Quando l’ansia assale solo in certi periodi dell’anno o in certi giorni della settimana, anche se la sveglia è puntata alla stessa ora, può trattarsi di una repulsione verso le attività che attendono appena dopo il risveglio. Ecco che in vacanza, o nel weekend, il risveglio non è caratterizzato da alcun malessere, mentre nei giorni “feriali” l’angoscia assale puntuale.
Si tratta dunque di cause ambientali che possono essere legate a una semplice insoddisfazione, ad esempio relativa al proprio lavoro, o a una vera e propria ansia da prestazione.
La differenza è chiara: se l’ansia passa con il cambiare delle attività quotidiane (lavorative, scolastiche o famigliari) è semplice insoddisfazione, mentre se resta costante, e magari ci si rende conto che accompagna dai tempi della scuola, si tratta, probabilmente, di ansia da prestazione.
Nel caso di ansia da prestazione sarà consigliabile rivolgersi sempre ad un terapeuta che, oltre a iniziare un ciclo di sedute, spesso ad indirizzo cognitivo comportamentale, fornirà tutta una serie di consigli da mettere in pratica nella vita quotidiana.
Un altro modo per riconoscere l’ansia da prestazione mattutina è chiedersi se l’ansia colga anche in altre situazioni di “prova”: chi sperimenta ansia al risveglio, spesso, soffre di altre forme di ansia da prestazione anche in ambito sessuale, ad esempio.
Quando si dorme poco e male, non ci si può certo svegliare meglio! Ecco perché, alla base dell’ansia mattutina può esserci un riposo scarso, in termini di quantità e qualità.
La presenza di borse e occhiaie non lascerà alcun dubbio sulla scarsa qualità del sonno di chi si sveglia con l’ansia. In questi casi, occorrerà mettere in pratica i consigli base dell’igiene del sonno e, se questo non fosse sufficiente, si potrà ricorrere a:
- Tecniche di rilassamento, utili ad allentare le tensioni nella mente e nel corpo. Spesso l’agitazione mentale comunica ai muscoli di irrigidirsi e viceversa. Imparare tecniche di rilassamento, basate sulla respirazione e sulla meditazione, è utile a far sì che questa comunicazione tra mente e corpo vada in direzione di relax e non di eccitamento. Tra l’altro, è comprovato come le tecniche di rilassamento abbiano effetti positivi anche sull’ipertensione.
- Assunzione di integratori alimentari a base di erbe rilassanti: sottoforma di capsule, gocce o tisane
- Una psicoterapia mirata: in particolare, la psicoterapia cognitivo comportamentale risulta essere particolarmente efficace per contrastare l’ansia
- Farmaci, che in alcuni casi possono rivelarsi necessari all’interno del percorso di cura, ma che devono essere rigorosamente assunti sotto indicazione dello specialista.
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