I disturbi psicosomatici, nella maggior parte dei casi, presuppongono l’intervento di varie competenze specialistiche che devono essere chiamate in causa sin dal primo momento, cioè quello della diagnosi. Solo in questo modo è possibile garantire un approccio che si riveli efficace e adeguato.
I vari contributi degli specialisti afferenti a diverse aree vanno integrati e coordinati, dal punto di vista somatico e psicologico. È importante mettere in evidenza tale premessa poiché, invece, i pazienti psicosomatici – almeno nella maggior parte dei casi – hanno la tendenza a preferire una chiave di interpretazione, per così dire, organica, concentrandosi unicamente sulla malattia fisica.
I farmaci e la psicoterapia
Quali sono, dunque, i livelli di intervento in caso di disturbi psicosomatici? Uno è di tipo psicoterapeutico, mentre l’altro chiama in causa i farmaci. Un modello integrato può prevede, ovviamente, di coordinare le due soluzioni. Per quel che riguarda l’intervento farmacologico, sarà sempre lo specialista psichiatra a prescrivere eventuali farmaci da assumere e a provvedere al monitoraggio costante.
Dal punto di vista della psicoterapia, invece, sono due i modelli di riferimento per i disturbi psicosomatici, ovviamente di efficacia comprovata: il modello cognitivo comportamentale, che si focalizza sulle componenti attuali del problema, e il modello psicodinamico, che invece si riferisce alle componenti inconsce, mirando alla sfera soggettiva.
Disturbi psichici e sintomi psicosomatici
I sintomi psicosomatici si possono manifestare in associazione a una grande varietà di disturbi psichici, fra i quali si possono citare diverse forme di depressione e i disturbi d’ansia. I sintomi possono colpire qualunque apparato o organo del nostro corpo: per esempio il sistema respiratorio, nel caso dell’asma bronchiale, o il sistema cardiocircolatorio, nel caso delle aritmie (ma anche in presenza di ipertensione arteriosa o tachicardia).
Non si può stilare una lista completa dei disturbi psicosomatici, ma di certo vale la pena di citare i dolori rachidei, il torcicollo e tutti gli altri sintomi che coinvolgono il sistema muscolo-scheletrico, come l’artrite, la fibriomialgia, i crampi muscolari e la cefalea tensiva.
Della presenza di un disturbo di carattere psicosomatico si può sospettare nel momento in cui gli stili comportamentali e i fattori psicologici rivestono una funzione di primo piano in relazione alla condizione clinica. L’anorgasmia, l’eiaculazione precoce, l’enuresi e i dolori mestruali sono esempi di disturbi che coinvolgono l’apparato genitale, e ovviamente non vanno dimenticati tutti i sintomi che interessano lo stomaco e l’intestino, dalle più comuni gastriti alle ulcere peptiche, passando per le coliti ulcerose e la sindrome del colon irritabile.
Una definizione di disturbo psicosomatico
Per saperne di più sul tema, si può visitare il sito della dottoressa Montano www.mariavittoriamontano.it, che rappresenta una preziosa fonte di informazioni in proposito. In questo modo si può giungere anche a una definizione completa di disturbo psicosomatico: esso può essere considerato come la reazione del fisico a un disagio di tipo psicologico.
Ciò succede in presenza di una condizione di stress emotivo, oppure a fronte di una condizione di emergenza o di preoccupazione a causa della quale il fisico patisce un sovraccarico che non è in grado di sostenere. È così che si manifestano dei disturbi fisici, che rappresentano un campanello di allarme indicante un disagio ancora più profondo.
Perché si manifestano i disturbi psicosomatici
È evidente che per capire cosa bisogna fare in presenza di disturbi psicosomatici è necessario individuare le ragioni per le quali essi si presentano, e – in buona sostanza – le loro origini.
Succede, in sostanza, che in presenza di una situazione di squilibrio – psicologico o fisico -, se il corpo non è in grado di rispondere in maniera adeguata subentrano delle modificazioni ormonali che, in maniera graduale, possono dare origine a problemi clinici di diverso genere: a volte si può trattare di invecchiamento precoce, mentre in altri casi si ha a che fare con quadri di infiammazioni croniche o con problemi immunitari, che poi sono quelli che stanno alla base dei disturbi psicosomatici.
Lo stile soggettivo attraverso il quale ognuno risponde alle emozioni personali è senza dubbio decisivo nel favorire i disturbi psicosomatici, ma è necessario tenere conto anche del grado di stress, sociale e psicologico, a cui il singolo è sottoposto.
La psicoterapia per le malattie psicosomatiche
La psicoterapia per una malattia psicosomatica è possibile solo con un intervento specialistico: si parla, come abbiamo visto, di un disturbo che ha origine dall’interazione di aspetti psicologici, di fattori sociali e di elementi biologici. Ricorrere a uno psicoterapeuta con una comprovata esperienza in questo tipo di disturbi è fondamentale. In questo modo, si intraprende un percorso a ritroso che ha lo scopo di identificare la dimensione psicologica e le radici emotive che hanno favorito la comparsa del sintomo fisico.
Somatizzare vuol dire, molto semplicemente, trasferire un conflitto di natura psichica sul corpo. Ecco, allora, che attraverso la psicoterapia si ha l’opportunità di riportare il disturbo al suo punto di partenza, vale a dire alla dimensione delle difficoltà di tipo emotivo e affettivo inespresse da cui tutto è nato, per una rilettura del vissuto più consapevole.
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