Ciò che comunemente viene definito reflusso gastroesofageo è un insieme di malattie e disturbi della mucosa dell’esofago, causati dalla risalita del contenuto fortemente acido della cavità gastrica lungo l’esofago.
Le malattie da reflusso gastrico sono accomunate da una serie piuttosto lunga di sintomi e fenomeni caratterizzanti: primo tra tutti, un bruciore più o meno intenso in corrispondenza dello sterno; a questo si aggiungono spesso episodi di disfagia (ovvero la sensazione che il cibo ingerito resti a metà strada tra la gola e lo stomaco, o anche una vera e propria difficoltà nella deglutizione). In alcuni casi, si può verificare la concreta risalita dei succhi gastrici fino al cavo orofaringeo: questa situazione a sua volta potrebbe determinare irritazioni, lesioni e patologie del tratto esofageo.
Per contenere i sintomi, possono essere efficaci alcuni farmaci antiacido per il reflusso gastroesofageo: in questo articolo, ci occuperemo quindi di elencare alcune delle più comuni preparazioni farmacologiche utilizzate per curare il reflusso e i disturbi ad esso correlati; daremo anche alcune informazioni rispetto alle controindicazioni e ai principi attivi da evitare.
Il farmaco: causa e cura allo stesso tempo
Le cause più frequenti del tratto gastroesofageo sono molteplici, e non sempre ben identificabili.
Le malattie del reflusso gastrico possono derivare da difetti congeniti, predisposizione genetica e disfunzionalità di vario genere, come quella associata al malfunzionamento del cardias, la valvola che si trova all’imbocco dello stomaco e che impedisce – in condizioni normali – ai succhi gastrici di risalire il l’esofago. Anche uno scorretto funzionamento della peristalsi (l’insieme delle contrazioni del tubo digerente, che provocano la propulsione del cibo verso il cieco) o in generale di una cattiva digestione. Molti studi sono stati condotti anche sulla relazione tra ansia e disturbi intestinali, grazie ai quali è stato appurato lo stretto legame tra i livelli di ansia e malattie dell’apparato digerente, tra cui gastrite, gonfiore addominale, colon irritabile, pirosi gastrica e – appunto – il reflusso gastroesofageo.
Molti non sanno, però, che alla base di questi disturbi, e in particolare del reflusso, può trovarsi anche un uso inadeguato o semplicemente prolungato di alcuni tipi di farmaci: tipologie particolarmente aggressive possono infatti irritare la parete dell’esofago, peggiorando o causando bruciore e infiammazione. Vedremo in questo articolo quali sono i farmaci da utilizzare per assicurarsi una pronta guarigione da questo tipo di disturbi e quali invece, andrebbero evitati e non assunti, se non sotto stretto controllo di un medico.
Reflusso: i farmaci da evitare
I farmaci che causano – o aggravano – le problematiche fin qui descritte sono quelli che, dissolvendosi, producono soluzioni altamente acide, ovvero con pH inferiore a 3: è il caso della doxiciclina, un antibiotico ad ampio spettro indicato nella cura di molte importanti malattie, e del ferro solfato, utilizzato nella cura dell’anemia. Come è facile immaginare, la probabilità di indurre disturbi come il reflusso gastroesofageo è proporzionale al tempo di permanenza del farmaco nel tratto dell’esofago: per questo motivo si raccomanda di assumere tali medicinali in posizione eretta (o di evitare l’assunzione, quando possibile, se il paziente è momentaneamente allettato); è importante ricordare che assumere una dose generosa di liquidi insieme al farmaco aiuta a velocizzare il transito di quest’ultimo attraverso l’esofago, riducendo così i rischi. Se possibile, quindi, si raccomanda di assumere farmaci della famiglia delle tetracicline, dei FANS (aspirina e simili) e contenenti ferro solfato con il parere di un medico, e di informare quest’ultimo su eventuali problemi di reflusso gastrico.
Farmaci amici dell’esofago: quali e quando assumerli
La prima e più calda raccomandazione, come sempre, è quella di calibrare la propria alimentazione in modo da prevenire episodi di reflusso e da lenire quelli già in corso. Sono molti gli alimenti che attenuano i disturbi dell’apparato digerente un esempio è l’aceto di mele; tuttavia, è bene ricordare che alcuni cibi che sono o possono sembrare amici della salute, si rilevano spesso dannosi per il benessere dell’esofago: un esempio per tutti è quello del pompelmo, che sebbene ricco di vitamine e minerali importanti, è un frutto estremamente acido, che per giunta ha importanti interazioni con i farmaci.
In caso di malattie da reflusso gastroesofageo, i farmaci più raccomandati sono solitamente gli antisecretivi, ovvero gli inibitori della pompa protonica (IPP), conosciuti come i gastroprotettori tra i più comunemente prescritti: il loro principio attivo agisce bloccando la produzione l’enzima H⁺/K⁺ ATPasi, noto appunto come “pompa protonica”, che si sviluppa sulle cellule che rivestono la parete dello stomaco e che secernono i succhi gastrici. Simili a questi sono gli antiacidi da banco, che contengono sostanze, come l’idrossido di alluminio e di magnesio, capaci di reagire con l’acido cloridrico prodotto dallo stomaco per neutralizzarlo. A differenza degli IPP non intervengono sui meccanismi di produzione degli acidi gastrici, e – sebbene non rappresentino la soluzione migliore per il reflusso gastrico – ne possono migliorare i sintomi.
Altra importante categoria di farmaci utili a contrastare la malattia da reflusso gastroesofageo è quella dei procinetici, che agiscono stimolando la motilità (e quindi velocizzando lo svuotamento dello stomaco) e migliorando la funzionalità del cardias: si tratta in particolare di metoclopramide e domperidone, che vanno assunti preferibilmente prima dei pasti o prima di coricarsi per il sonno.
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